La Lira ha rappresentato per l’Italia molto più che una semplicissima moneta destinata all’uso prettamente economica; in questa valuta, ormai in disuso completamente dal 2002, si racchiude un’intero periodo, che va dal Regno d’Italia e attraversa le due Guerre Mondiali, e guarda in faccia come il nostro Paese sia stato in grado di risollevarsi dopo le peggiori crisi economiche che l’hanno colpito, insieme a questi tutto il resto del mondo.
Insomma, uno spaccato di storia, che viene anche più volte raccontato attraverso le immagini su monete, ma anche banconote, che danno il giusto lustro a un Paese che, nonostante tutto, ha avuto pure il coraggio di buttarsi in un’esperienza ancora sperimentale, come quella di aderire alla moneta unica, ovvero all’Euro, che oggi, seppure molto giovani, si attesta tra le monete più forti al mondo.
La Lira: tutta la sua storia
Se noi cerchiamo di ricostruire nel dettaglio la storia della Lira, rischieremmo di perderci in un passato davvero molto lontano, addirittura ricollegabile al mondo romano per via della derivazione della parola lira dall’unità di misura della libra. Ma per essere più concisi ci basterà indicare l’inizio della sua effettiva attività come moneta nazionale a partire dal 1861, quando si concretizzò l’unificazione italiana, venendo poi emesse come moneta ufficiale d’Italia solo dopo la decisione della Banca d’Italia, nel 1863.
Nel corso degli anni, la Lira, che aveva fatto vivere all’Italia un grande boom economico tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, durante la fase conosciuta come Belle epoche, si ritrovò poi tuttavia a vivere forti ripercussioni con lo scoppio dei due conflitti tra il 1915 e il 1946; un lasso di tempo intervallato nel frattempo da una Grande Depressione, quella del 1929. Insomma, ciò che venne dopo fu solo il racconto di un’Italia, che, lentamente e dimostrando grande forza d’animo e un’umanità fuori dal comune, fu capace di sfruttare a proprio vantaggio quello che il popolo italiano era in grado di fare: darsi al lavoro, anche quello più faticoso.
Le monete più prestigiose del Novecento: la vecchia lira con la spiga
Tutto questo discorso preliminare serve per darci modo di parlarvi delle monete, come fonti di messaggi importanti. Intanto, considerate che, se nella fase precedente alle guerre mondiali il materiale con cui venivano prodotte le monete della Lira era pregevole a volte anche in argento, subito dopo la fine del secondo conflitto si optò per un risparmio sotto questo profilo, utilizzando per lo più in Italma, una lega a base di alluminio, e l’Acmonital, altra lega composta da nichel e rame, simboli di un Paese che viveva una grande crisi economica e necessitava di guardare avanti per puntare alla sua ripresa, economica in particolar modo. Ma le monete ci permettono oggi di capire anche qualche fosse il loro compito, non solo come fonte di acquisto; tra queste c’è la Lira con Spiga; ve ne parliamo:
- era una moneta con valore nominale davvero irrisorio, appena 10 lire
- presentava sul rovescio una raffigurazione della spiga
- viene emessa per la prima volta nel 1951
- in alcune è anche presente un aratro
Tutti questi dettagli sono il simbolo di un’Italia che non intendeva perdere tempo ma puntava a riprendersi economicamente, puntando su ciò che era il lavoro a quel tempo, quello nei campi, dei nonni, ciò che sapevano fare tutti: rimboccarsi le maniche e sbracciarsi al fine di ritornare a far sorridere il nostro Paese. Questa moneta ha un valore sensazionale, perché al di là del fatto che rappresenti una delle prime monete della Lira ad essere emessa, è anche la testimonianza di tutto quello che si era in grado di fare, attraverso un messaggio comunicativo che diceva molto più di mille parole.
Il valore collezionistico di una moneta come questa è davvero elevato, e alla luce di quelle che sono le ricerche degli appassionati di numismatica, rappresenta anche qualcosa di inestimabile valore perché racconta dell’Italia, di ciò che era stato e non si poteva cambiare, e di ciò che sarebbe potuto essere partendo da una base distrutta ma ancora viva e solida.