Ma per caso ti sei sempre chiesto come mai dovessi pagare per i tuoi rifiuti e, soprattutto, perché dovessi farlo con un corrispettivo veramente molto alto? Ciò dipende dalla TARI, ovvero la tassa sui rifiuti: per entrare più nello specifico, si tratta di una tassa imposta sullo smaltimento dei rifiuti.
Per essere ancora più precisi, si tratta di una tassa che viene imposta per far fronte al pagamento della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti che effettivamente gettiamo, o che potenzialmente potremmo gettare lungo le vie della nostra città. Nel corso degli ultimi tempi ci sono state delle modifiche sulla TARI, che hanno previsto anche un rimborso. Ma a chi spetta?
TARI: da cosa dipende?
La tassa sui rifiuti dipende principalmente dalla natura dei rifiuti in questione che, pertanto, vengono suddivisi in due categorie principali: rifiuti destinati alla raccolta differenziata e rifiuti destinati alla raccolta non differenziata. Ogni rifiuto che viene prelevato, porta con sé un costo sia per il servizio di raccolta che di trasporto verso le centrali di smaltimento rifiuti.
Oltre a questi fattori che determinano la percentuale di tassazione di base, il valore che vediamo nella TARI dipende anche dal numero di componenti di ogni nucleo familiare: maggiore è il numero di componenti presenti in una famiglia, maggiore sarà il corrispettivo che dovremo dare al Comune di appartenenza per saldare la tassa in questione.
A chi spetta il rimborso TARI?
A partire dall’anno 2014, quindi parliamo già di 10 anni fa, parecchi italiani hanno versato un somma eccessiva in favore della TARI. Ciò sarebbe stato dovuto ad una valutazione non corretta della quota variabile che, assieme alla quota fissa, definisce il totale della tassa TARI. Sono in attesa di un rimborso TARI tutti quelli che:
- hanno versato delle somme maggiori a quanto dovuto;
- hanno versato somme non dovute;
L’errore nasce dal fatto che, diversi Comuni, avevano applicato l’IVA sulla TARI e tutto questo si è rivelato essere illegittimo. Questa è una situazione che si è portato avanti sin dalla comparsa di questa tassa, avvenuta nel 2014, ed è proprio per questo che i cittadini interessati possono richiedere un rimborso che parta sin dal primo pagamento.
Si consideri che l’IVA che veniva applicata in questo caso era del 10%, sicuramente non poco da applicare su una tassa dal valore già abbastanza alto. È possibile, quindi, richiedere il rimborso compilando un modulo sul sito del Comune di appartenenza, al quale dovranno essere allegate le ricevute degli effettivi pagamenti.